domenica 29 settembre 2013

Pegasus, con te partirò

Stavo in auto, percorrendo una lunga autostrada che, forse, non volevo nemmeno percorrere. Ad un tratto, dalla mia autoradio, sento la canzone di Boccelli che fa:
Con te partirò. 
Paesi che non ho mai 
veduto e vissuto con te,
adesso si li vivrò
La conoscete? Mi piace ascoltarla spesso. Mentre l’ascoltavo, un cartello autostradale mi indicava l’uscita per andare a trovare Pegasus. Che strana coincidenza: una canzone che ti invita a partire per paesi nuovi, mentre stai percorrendo una strada che non vuoi  E, mentre stai recalcitrando, ti appare la strada che ti porta al tuo amico in grado di ascoltarti senza parlare, di portarti sulla sua groppa con felicità, ti mostra la sua contentezza quando lui ti vede.

martedì 3 settembre 2013

Quando conobbi Pegasus

Cosa avevo voglia di fare oggi? Una cosa che non facevo da tanto tempo: volevo stare un po’ con me, ma non da solo. Volevo stare nel presente, ma volevo avere anche una macchina del tempo un po’ particolare, che mi facesse vedere un po’ del passato, ma mi portasse anche nel futuro.
Con cosa e chi volevo stare oggi? Volevo stare con i miei pensieri, i miei ricordi, rivivere certe esperiene. Volevo un compagno fidato, ma non avevo voglia di parlare. Volevo essere capito, senza necessità di essere ascoltato.
Sapevo quello che volevo, come potevo fare per averlo?

giovedì 20 giugno 2013

L’Aquilotto ritrovato


Un giorno, un uovo d’aquila, dal suo nido, lungo l’albero, scivolò fino a terra.
Il guscio protesse l’aquilotto e si posò in mezzo alle frasche, alle foglie, e all’erba del sottobosco.
Da quel guscio ormai incrinato, piano piano, un aquilotto il proprio becco cacciò. L’odore del bosco incominciò a svegliare quella piccola creatura, la luce, che filtrava tra i rami degli alberi, la spinse ad aprire gli occhi ed i versi degli altri animali cominciarono a stimolare il suo udito. Con quel becco possente, con la voglia di spiegare le sue ali, cacciò tutta la sua forza per liberarsi di quel guscio ormai inutile. Era nata finalmente, ma …

venerdì 7 giugno 2013

Quando tutti pensano nello stesso modo, nessuno pensa: Le scimmie, l'albero di Banane e la nuvola dispettosa

Mi è capitato una volta di essere colpito da un incantesimo, è stato quando quelli attorno a me, dicevano tutti la stessa cosa ed io dicevo “Non mi trovo, c’è qualcosa che non va ...” e mi venne in mente una storia …
In una Giungla lontana lontana, c’erano tante scimmie che vivevano tutte assieme. Parlavano sempre tra di loro e si raccontavano tante storie. Chiunque andasse a procurarsi da mangiare, raccontava alle altre ciò che aveva visto, sentito e che sensazioni aveva provato. In quella giungla lontana lontana, c’era un albero di banane,

sabato 1 giugno 2013

L’Ammiraglio in acque tempestose

Oggi mi viene voglia di raccontare questa storia che mi ha insegnato tanto:

C’era una volta una nave di nome Voglia di Fare che partì dal Porto di Lieta Speranza e voleva arrivare nel porto di Obiettivo.
A bordo c’era un forte equipaggio che aveva affrontato tutti i mari.
Ma la nave navigava pellegrina nei mari di “E se…”, “E ma io …”, “Dopo di dopo …”
Povera nave, povero ammiraglio, povero equipaggio, a girovagar senza bussola e senza rotta, perché sulla mappa “Per Dove Andar” non ci stava!


lunedì 20 maggio 2013

Il tavolino ingombrante


Nel regno Felice, un ragazzo di nome “Scopo” cresceva avvolto da ”Serenità”. Sposar stava la Principessa Felicità!
Uno stregone volle metterlo alla prova “La sua forza dimostrarmi dovrà!” e si fece aiutare da una 

strega maligna. Insieme, si misero a congetturar:

Seme, seme, seme, seme,
Davanti l’Agir di Scopo ti pianterai,
Crescer una pianta farai,
Dal suol quattro tronchi crescerai,
Tutti i rami al centro convergerai,
Un tavolino formerai,
Ogni volta che Scopo uscir vorrà,
Scopo pianger dovrà!

Lo stregone piantò il cattivo seme proprio davanti alla porta di casa di Scopo.

venerdì 17 maggio 2013

La lanterna ed il tesoro


Un giorno il Dio che creò gli uomini voleva regalare loro un tesoro. Siccome voleva che anche le generazioni future avessero il tesoro che spettava, si chiese dove potesse nasconderlo, proprio perchè ognuno avesse il suo. Alla fine, dopo tanto cercare, trovo il nascondiglio perfetto: nessuno poteva rubare il tesoro dell'altro e così ognuno avrebbe trovato il suo. 

martedì 23 aprile 2013

L’Unione fa la forza

In una fattoria dove regnava Felicità, appena lo stato naturale delle cose lo impose, quattro giovani fratelli cominciarono a stare da soli per portare avanti il lavoro che avevano sempre fatto con i loro genitori: chi si occupava del bestiame, chi del frutteto, chi dei campi, chi del vigneto. Una cosa era lavorare in compagnia della Saggezza e dell’Esperienza dei genitori, tutt’altra cosa era lavorare da soli quando anche una mano in più era fondamentale.
“Se nessuno mi aiuta come potrò finire il mio lavoro?” cominciarono a dire a turno. Per fortuna le scorte nel magazzino erano ancora abbondanti, ma finirono lo stesso per non essere state rimpiazzate. Allora la Fame cominciò a ricorrere spesso nei loro pensieri e parole.
Poi, di fianco a Fame, cominciarono a essere nominati i gemelli Stanchezza e Sonno. Infine venne il turno di dire Non-ce-la-faccio-più. Quando più nessuno fece più niente, solo allora Felicità andò via.
Quando finì la buona stagione, Temporale cominciò a bussare sempre più insistentemente sulle tegole della casa: piano, piano, una ad una, le tegole cominciarono a cadere e Pioggia apparve in ogni stanza. Quando anche Dormire andò via perché non c’era più un solo posto asciutto dove coricarsi, i quattro fratelli, presi dal Freddo, si ripararono sotto l’ultimo telo impermeabile che era rimasto.
Il mattino dopo, uno spicchio di sole cominciò a sorgere da dietro una collina e
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Una chiesetta tanto piccola ma tanto luminosa.

Una piccola chiesa rimase abbandonata in mezzo ad un bosco. Anche l’ultimo parrocchiano aveva smesso di andarci. Questa povera chiesetta non aveva piedi per camminare per andare a chiedere aiuto. Non aveva mani per raccogliere i mattoni che la pioggia le faceva cadere. Il tetto, ormai aperto, forse proteggeva ancora quell’umile crocefisso dietro l’altare, rimasto in silenzio per tanto tempo.
Un giorno venne un passerotto. Prima si poggiò sul tetto, vide il Crocefisso e andò a parlargli. Gli domandò “Cosa posso fare per te?”
Il Crocifisso gli rispose “Amico mio, questa piccola casa diroccata ha ancora tanta voglia di vivere ed ha un sogno: sta cercando chi, con amore ed umiltà, possa farla risplendere con così tanta luce per ospitare il mondo intero, anche uno alla volta, anche uno dietro l’altro, tutti uniti in un sogno più grande.”
Stupito da un sogno così grande, il passerotto gli domandò “Conosci qualcuno per fare ciò e dove pensi che possa trovarlo?”

Il Crocifisso gli rispose.” Va nel bosco e dove troverai un uomo che, mentre contempla, benedice tutto e tutti. Va da lui e digli “Qual è la tua missione? C’è qualcuno che ti cerca, và e ripara la sua casa”
Il passerotto volò per il bosco e vide un uomo che viveva in disparte.

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